Secondo Giuseppe Berto, “Capo Vaticano si chiama così per la stessa ragione per cui un antico colle di Roma si chiama alla stessa maniera: sacerdoti e indovini vi andavano a scrutare il futuro, basandosi sul volo degli uccelli e altre cose”. Lo scrittore veneto aggiunge, “il capo era un posto sacro e lo è ancora nonostante tutto”. Dunque un origine sacra, forse meglio ancora mitologica. Infatti Eolia è l’isola in cui dimorava Eolo, dio dei venti, sia nell’Odiessa che nell’Eneide. La grande fucina di Efesto, dio del fuoco, si trovava nelle viscere dell’Etna, ed il corrispettivo dio romano Vulcano viveva nell’isola di cui condivide il nome.
E poi Scilla e Cariddi, mostro marino l’uno e vortice che inghiottiva le nave l’altro. Inoltre a largo delle spiaggette di Praia di Fuoco si erge uno scoglio che sia chiama Mantineo. Manteuo, in greco antico, condivide la stessa etimologia di Vaticano, da Vaticinum ovvero predire il futuro, dare responsi. Un motivo in più per lasciarsi suggestionare ancor di più dai colori, dai rumori, e dalle sensazioni che scaturiscono dai nostri tramonti.
L’apice di tutte le suggestioni antiche si verifica due volte l’anno. Il sole tramonta dritto al centro del vulcano, e chissà quali presagi potesse rappresentare questo straordinario fenomeno nei tempi antichi. Per ammirare l’evento però bisogna essere fortunati e pazienti: a Ferragosto, giorno più o giorno meno, il fenomeno, nuvole o meglio foschia permettendo, è visibile proprio dal comune di Ricadi. Per circa un mese, due volte l’anno, muovendosi lungo la Costa degli Dei tra Nicotera e Briatico, è possibile ammirare questo vero e proprio spettacolo della natura. A Capo Vaticano e dintorni il tramonto si può vedere tra fine aprile e l’inizio di maggio e nella settimana a cavallo di Ferragosto.